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Martina Liverani
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Dispensa è una foodzine dedicata agli amanti del cibo e dell’universo che gli gira intorno.
Direttore Responsabile Martina Liverani
Copyright © 2014/2016 Dispensa Magazine
DISPENSA SRL - Corso Matteotti, 2 - 48018 Faenza - CF/PIVA 02563050398
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EDITORIALE
Martina Liverani
Il contrario di fobia è filìa. Entrambe sono parole di derivazione greca che significano rispettivamente paura e amicizia. Simili nella forma, opposte nel significato: per vincere la fobia, serve la filìa. L’amicizia è un antidoto alla paura in questi tempi nuovi e fragili che stanno mettendo a soqquadro le nostre abitudini e sicurezze. Lasciamo che vicinanza, generosità, amore invadano tutti gli ambiti, anche quelli economici e logistici che riguardano la produzione, la trasformazione e la distribuzione del cibo. Dai campi più sperduti alle tavole più prestigiosi e alla moda, dalle moderne gastronomie online ai mercati di quartiere. Perché il cibo ha una dimensione materica e produttiva, ma ha anche una dimensione sentimentale e collettiva: il cibo è un legame. E siamo partiti da qui per tessere le fila di questo numero di Dispensa. Lucio Cavazzoni, fondatore – tra le altre cose – di Good Land, ha detto che: “Non abbiamo bisogno di filiere corte ma di imprese vicine e affettive, di cultura e conoscenza imprenditoriale diffuse. Questo è il momento di passare dalle filiere alla filìa. All’aver cura, diventare amici, coltivare passione”. Noi siamo totalmente d’accordo con lui e perciò abbiamo deciso di ospitare quattro formidabili storie che abbiamo realizzato insieme a Lucio e Rita Brugnara e che regalano a questo Dispensa e a tutti voi boccate di aria fresca e nuova. Quando l’abbiamo finito ci siamo resi conto che è un numero pieno di donne e delle loro storie. Un caso che evidentemente non è un caso: che sia davvero finalmente giunta l’ora di un mondo più gentile, leale, amico, vicino e – magari – femmina? Io spero proprio di sì. Buona lettura.
Dicembre 2019
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EDITORIALE
Martina LiveraniCon il finto nome di Filippo Miller e un falso passaporto, il 4 settembre 1786 Goethe parte per il suo Viaggio in Italia del quale poi scriverà il celebre resoconto. Una specie di moda – quella del Grand Tour – lanciata dagli intellettuali europei tra Settecento e Ottocento, in cerca di educativo ozio, ispirazione, eccentrico seppur pianificato svago.
Gli scritti di Stendhal, Montesquieu, Keats e sino ai più recenti di Guido Piovene - per citarne alcuni - sono una letteratura di viaggio che racconta oltre ai luoghi, anche persone, emozioni, scoperte. Sono viaggi dentro sé stessi.
Con curiosità e ammirazione, ci siamo ispirati a quei Grand Tour per il terzo numero di Dispensa dedicato all’Italia e alle sue storie di Generi Alimentari & Generi Umani.
Goethe appunterà che di fronte alla straripante ricchezza delle impressioni e degli stimoli raccolti durante il suo soggiorno italiano bisognerebbe scrivere “con mille stili”, e così abbiamo provato – ognuno a nostro modo – a interpretare i tanti possibili viaggi in Italia oggi: immaginari (come quello dell’alice e della gallina), nascosti (nelle montagne di Teramo, in Basilicata, nel Mugello o lungo il Po), comodi (seduti a tavola per il pranzo della domenica) o avventurosi.
Viaggiare non significa solo andare lontano, basta cambiare ambiente e prospettiva: ce lo ha mostrato Davide Oldani quando, tolta la giacca da chef, ci ha accompagnati in campagna a far salumi. E si può anche viaggiare indietro nel tempo, come ha fatto Aimo Moroni raccontandoci la Milano del 1946.
Viaggiare è una partenza ma anche un arrivo, dunque abbiamo raccolto le storie di chi per disperazione o per ispirazione è arrivato in Italia da molto lontano.
Nel marzo del 1787, Goethe giunge finalmente a Roma e ne scriverà così: “Roma è la capitale del mondo! In questo luogo si riallaccia l’intera storia del mondo, e io conto di essere nato una seconda volta, d’essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede a Roma”. Che è anche la sintesi del nostro aver viaggiato e scritto l’Italia: guardiamoci attorno, lasciamoci inciampare nelle scoperte che possiamo fare in questo nostro vecchio e giovane Paese, appollaiato su millenni di storia eppure ancora per tanti
aspetti inedito e sorprendente.
Si può tornare da questo viaggio diversi, arricchiti, nati una seconda volta, forse.
Leggere è come viaggiare. Dunque, aprite questa Dispensa, fatevi accompagnare dal fruscío della carta, immergetevi nelle immagini e iniziate il vostro Grand Tour. Metteteci tutto il tempo che vi serve, senza fretta, senza confini e senza limiti. Potreste anche decidere di non tornare. O perlomeno, non tornare gli
stessi di prima.
Buon viaggio.
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